
Auguri rivolto a tutti i Frati, Suore e Terz’Ordine Francescano. Gli auguri per una buona e santa Pasqua 2022.
Cari Fratelli e Sorelle, il Signore vi dia pace!
terribile per quanto quel popolo sta soffrendo e per la minaccia che essa costituisce per l’in-
tera umanità. Nello stesso tempo, ci obbliga a vedere la realtà di tanti conflitti nel mondo, come in Etiopia e Somalia, Sri Lanka, Myanmar, Yemen, Haiti, Cuba, Siria, Afghanistan, Congo, Nigeria e altri purtroppo. In diversi di questi luoghi anche noi siamo presenti. Non posso dimenticare il Mediterraneo, che è da tempo
luogo di morte per tanti. Questo mio augurio di Pasqua vuole aiutarci a riconoscere che dentro il travaglio della storia passa la Pasqua del mondo. Intendo dire che la lotta tra l’energia della Risurrezione e le forze che la vogliono disinnescare, è sempre molto forte. E non possiamo restare neutrali in questo tipo di combattimento.
Lungo la Quaresima ci siamo preparati a rinnovare nella notte di Pasqua la consacrazione battesimale, che ha segnato la scelta fondamentale della nostra vita, quella per Cristo Signore, crocifisso e risorto. Abbiamo bisogno di fare memoria che siamo stati comprati a caro prezzo e quindi a chi apparteniamo. Nello stesso tempo ricordiamo che ogni uomo, ogni donna, e ogni creatura, inseriti misteriosamente nella Pasqua del Signore vivono il travaglio della storia, generando quell’umanità di Cristo che ha vinto il peccato e la morte per donarci la pienezza della Vita. È la Pasqua, l’Agnello immolato e glorioso, l’ultima e decisiva parola della storia, e non la forza delle armi, fossero anche le più distruttive. Il 25 marzo scorso il Papa ha voluto affidare, anzi consacrare, tutta l’umanità e in particolare la Russia e l’Ucraina, al cuore della Madre, la Vergine Maria. Mi sembra che questo “atto spirituale”, come lo ha definito Papa Francesco, ci
ricordi innanzitutto che il cosmo e la storia appartengono a Dio. Tutto restituiamo a Lui, Datore di ogni bene! Rinnoviamo allora la nostra appartenenza all’Onnipotente Bon Signore, innestati in Cristo Signore.
Invitiamo tutte le creature a lodare e benedire l’Altissimo!
Questo atto ci ha ricordato che siamo creature e quindi figli del Padre celeste, fratelli e sorelle in Gesù Cristo e non dominatori dei nostri stessi simili, nella luce dello Spirito. Fratelli e minori, insomma! Un atto compiuto nel cuore della Madre che stava presso la croce, come dice il Vangelo di Giovanni. Anche presso la croce immensa che oggi affligge l’Ucraina e tanti paesi del mondo, sta la madre. La presenza di Maria, la Vergine fatta Chiesa che «ha reso nostro fratello il Signore della maestà» (Legenda Maior IX, 3), è interna alla nostra consacrazione battesimale e alla nostra professione. Infatti, come Maria è stata discepola fedele del suo Figlio fino alla croce e nell’attesa piena di fede della resurrezione, così con lei e per la sua intercessione possiamo crescere come discepoli, testimoni e annunciatori della Pasqua.
Sta la madre: accanto alle tante madri e padri costretti a seppellire i loro figli in questa guerra scellerata e in tante, troppe altre circostanze e parti della terra. Sta la madre: accanto a quanti gridano al cielo cercando, spesso con fatica, le tracce della presenza di Dio in questa vita. E sta accanto anche a chi non
riesce più a gridare e a cercare. Sta la madre: accanto a quanti, pur battezzati, alzano la loro mano sacrilega contro altri cristiani e non solo. Accanto a quei cristiani che non sanno prendere posizione davanti all’orrore della guerra, che è sempre ingiusta e senza ritorno, e non sanno dire parole di Vangelo in quest’ora. Sta la madre: accanto a chi, come un paziente artigiano, tesse ogni giorno la pace accogliendo i piccoli, i profughi, i migranti, costruendo ponti e non muri. Accanto a chi vive ovunque nel mondo le conseguenze di un impoverimento crescente, del cambio climatico, del divario tra ricchi e poveri e dell’incertezza del futuro. E accanto a chi si spende in molti modi nella solidarietà in favore di tanti. Sta la madre: accanto a chi persevera nella preghiera continua per riconoscere e accogliere la presenza di Cristo crocifisso e risorto in quest’ora tragica, e per consolarlo in quel dolore col quale l’insensatezza della violenza ancora lo trafigge: l’Amore non è amato! La preghiera umile del Rosario, nella memoria orante del Vangelo e in compagnia di tanti semplici e poveri, sia la voce che chiede a Maria l’intercessione presso Dio affinché tocchi i cuori induriti che attentano alla pace nel mondo. Sta la madre: accanto ai tanti frati minori, sorelle francescane e laici che restano nei luoghi di guerra, consolando e sostenendo la speranza, così come accanto a chi accoglie tanti in fuga dai conflitti. Sta la madre: anche accanto ai popoli del Medio Oriente che soffrono per le conseguenze di conflitti mai conclusi; accanto ai cristiani e ai nostri frati che celebrano il mistero della Pasqua a Gerusalemme e nei Luoghi Santi. Restiamo anche noi accanto a loro, sostenendone la presenza e la missione soprattutto con la Colletta del Venerdì Santo, che vi chiedo di curare bene anche in questo tempo. Sta la madre: credo che abbiamo bisogno di riscoprire la presenza di Maria accanto alla nostra vita. Maria ci orienta sempre a Cristo Signore e ai fratelli suoi e nostri, senza distinzioni.
Maria ci mostra la via della conversione e della penitenza, che san Francesco e santa Chiara hanno accolto come nuovo inizio, perché la pace inizi in ciascuno di noi e così si irradi su molti. Maria, che è rimasta presso la croce e ha atteso la gioia della risurrezione, ci aiuta a non voltare la testa altrove, ma a vivere fino in fondo anche quest’ora amara dell’umanità, perché essa sia trasformata nella dolcezza della Pasqua di Cristo, il centro del mondo e il Signore della storia che regna dalla Croce. È con questi sentimenti che dal Santuario della Verna, il Calvario francescano, mentre si concludono gli Esercizi spirituali dei Definitori
Generali delle nostre quattro Famiglie Francescane, auguro a tutte e a tutti una Pasqua vera, capace di donarci la letizia della Risurrezione, per scuoterci e convertirci da una vita cristiana e francescana troppo tiepida e rassegnata. Riaccenda in noi il Signore l’amore per Lui attraverso la passione per la vita lacerata di troppi, per le speranze di molti, soprattutto dei giovani, per la giustizia e la riconciliazione di tutti.
Con la benedizione di San Francesco, auguro di vero cuore a tutti una serena Pasqua di Risurrezione.